Bora e Tergesteo

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Eolo, Dio del vento, in giro per il mondo con i suoi figli; Bora, figlia prediletta, si innamora di un paesaggio e incomincia a correre tra le nuvole, entrando infine nella grotta dove riposa Tergesteo , argonauta di cui si innamora subito, ricambiata. Il tempo si ferma, il loro amore fa passare i giorni.
Eolo intanto la cerca infuriato, provocando tempeste continue. Fino a quando la trova, e la sua ira diventa un ciclone che travolge e uccide il giovane. Bora, disperata, urla e piange così forte, che le sue lacrime diventano pietre. Madre Natura, commossa, trasforma il sangue di Tegesto in una pianta rossa che in autunno ricopre tutto il Carso, il sommaco, permettendo a Bora di restare in qualche modo accanto al suo amore.
Gli dei, impietositi dal dolore della fanciulla, constringono Eolo a concedere alla figlia di rivivere, ogni anno, quei giorni d’amore tra le braccia di Tergesteo. Interviene anche Nettuno, ordinando alle onde di coprire il corpo del giovane con conchiglie e alghe verdi per tramutarlo in colle. Con le pietre delle lacrime di Bora costruiscono quella che diventerà la città di Tergeste, oggi Trieste.

dalla leggenda una scultura che omaggia Trieste
e dà il nome alla mostra “Bora e Tergesteo”

E fin qui la leggenda. Che è diventato metallo e arte per la scultura cinetica di quasi 4 metri per 2 dal titolo, appunto, “Bora e Tergesteo”, assemblata da Martoriati nel Parco delle sculture di Prosecco (Trieste) dell’artista Robin Soave. Con l’inaugurazione dell’opera si è inaugurata anche la personale dell’artista, che si è svolta al Magazzino 26 a Trieste dal 28 agosto al 25 settembre 2022.

In mostra una trentina di dipinti di ampio formato, un ciclo di una ventina di sculture realizzate con assemblaggi metallici, gli Iron People, alte circa due metri e mezzo e proposte come una selva umana, tavoli/scultura di cristallo e metallo, opere tridimensionali di misura più contenuta, complementi d’arredo e oggetti di design.

Scrive Marianna Accerboni: “La mostra propone una riflessione contemporanea e originale, svolta attraverso una ricerca molto personale sul colore e sulla forma, suggerita a Martoriati da sottili e vitali intuizioni sui temi del quotidiano, sugli avvenimenti e sulla storia dei luoghi. Concetti declinati attraverso un linguaggio espressionista molto personale, un cromatismo in cui traspare spesso un’intensità di sapore fauve e l’energia di un segno mediante il quale Martoriati approda felicemente dalla pittura e dal design alla terza dimensione”.