QUARANTENA: cosa rimane della materia?

La pandemia ci ha portato via tutto. Avevo un’unica possibilità: rendere prezioso quel poco che ero riuscito a sottrarle

Covid19, o come diavolo lo ricorderemo, se avremo ancora memoria, se avremo voglia e tempo per ricordarlo; Covid19, insomma, ci ha tolto tutto. Futuro, speranze, vita. E ci ha dato la quarantena.

A me ha tolto la materia. E quella no, non poteva proprio. Io lavoravo con la materia. Anche quando dipingevo era tutto un espandere, un andare contro le regole della fisica per far diventare materia ogni emozione in colore. Assemblavo materia per costruire sogni. Per dare forma ai miei pensieri, alle mie domande. Tutto poteva togliere, non la materia.
Ma lo ha fatto.

Ero a Berlino. Febbraio, che mese. Berlino, che arte. Che musica, che mood, che colori. Stavo studiando questi nuovi sogni spray. Le bombolette fluo. Che meraviglia. Passavo le giornate a studiare i ragazzi che mescolavano quei colori. Ogni mossa. Ogni respiro trattenuto per non buttarsi i colori dentro. La pandemia era già scoppiata, ma non me ne ero accorto.
Dovevo capire in che modo portare il sogno spray nei miei nuovi lavori.

Tornato a Trieste avevo iniziato dalle basi. Tele di diverse dimensioni, intanto. Sapevo che sarei tornato alle tele anche prima di partire. E bombolette fluo. E.

Ho imprigionato la materia per costruire una nuova essenza

I pezzi che rimanevano dai precedenti lavori erano davvero pochi. Erano gli scarti, il superfluo. Qualche vite, qualche bullone. Rondelle, pezzi di metallo di diverse forme e misure. Impossibile trovere nuovi materiali.
Quella era la mia materia. L’unica, che dovevo far durare per l’intera quarantena. Ho iniziato a sistemarla sulla tela. Prendeva forma, diventava umana. Ma non come prima: aveva cambiato piano di espansione.
Tanti piccoli virus diventavano antropomorfi. Ho iniziato così a disegnarne i contorni. A passare e ripassare i miei sogni spray sopra l’unica materia che mi era rimasta.

La mia nuova collezione è nata così. Una scultura dopo l’altra.
Lungo tempo per sistemare la mia materia sulla tela. Lungo tempo per i contorni fluo. Asciugatura quasi istantanea, come i tamponi. Ce l’ha o non ce l’hai. Come le SYNAPSIS che prendevano forma e diventavamno VIRUS. E poi CORONE. Ogni giorno un blocco. Ogni blocco un nuovo mandala virus. Tutto da rifare. Ricominciando dall’inizio. Attendendo reazioni a catena.
Finita una tela, tutta la materia appena utilizzata passava ad una nuova tela, per un nuovo contagio. Lungo tempo per ricostruire la nuova scultura quasi piana. Lungo tempo per i colori fluo. Nessun margine di errore. Nessuna possibilità di ripensamento.

Quaranta opere per questa QUARANTENA.
Per lo più tele, qualche carta, la composizione finale di 30 piccole tele. Sono tutte qui le opere della collezione, in questa pandemic gallery.

Non perdere traccia della pandemia. Vai alla galleria e scegli cosa ti rappresenta di più: SYNAPSIS, VIRUS, CORONE?