INVISIBILIS

Invisibilis: acrilici su tela che hanno seguito le mie esplorazioni dal 2017 al 2019.

Si vede bene solo con il cuore: l’essenziale è invisibile agli occhi. Chi non ricorda questa frase del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry? Ho cercato l’invisibile: quello che non si può vedere ad occhio nudo e quello che passa inosservato. L’ho fermato su tela, in una collezione che è cresciuta con la mia esplorazione degli INVISIBILIS.

Un’eplorazione che ho scoperto solo dopo, quando l’avevo terminata, che ho convidiso con tanti altri “ricercatori”: nel cinema, nella musica, nel campo sociale sono stati in molti a chiedersi perché ci sono tante persone ai margini, invisibili, a volte reiette. In realtà essere invisibili può avere i suoi vantaggi. Ho iniziato a pensarlo quando ho cercato i contorni, i legami invisibili che tengono insieme le cose. E poco per volta me ne sono apparse altre, che hanno dato e creato forma intorno alle mie ricerche.

Ma in fondo, in questa società in cui apparire è l’unico imperativo categorico, vale davvero la pena essere invisibili? O non si cerca con abnegazione di uscire dall’anonimato in ogni modo, lecito e non, pur di poter entrare in quel tanto agognato quarto d’ora di celebrità profeticamente pronunciata da profetica frase di Andy Warhol nel lontano 1968, quello della rivoluzione dei fiori? Sempre che anche questa attribuzione non sia una fake ed il maestro inventore della pop-art non abbia mai pensato alla celebrità come ad un orizzonte, s’intende.

E comunque immagino, se posso dare un pensiero alle mie tele, che a loro piaccia essere invisibili ai più, e visibili a chi cerca l’essenziale e ne voglia aprire una finestra sulla parete.

Le cose sono unite da legami invisibili. Non puoi cogliere un fiore senza turbare una stella.
[Galileo Galilei]